L’importanza di lavorare col team
Il team di lavoro può essere considerato come un insieme dinamico di soggetti che si percepiscono vicendevolmente e che sono più o meno interdipendenti per qualche aspetto. È un gruppo orientato al compito e alla prestazione, i cui membri vogliono raggiungere un fine condiviso e sviluppano un’identità collettiva. Sono consapevoli che la realizzazione di quest’ultimo dipende dalla collaborazione, dall’interazione e dall’integrazione delle peculiari caratteristiche di ogni individuo con il resto del team.
“Un gruppo diventa un vero team quando tutti i membri che lo compongono sono abbastanza sicuri di sé e del contributo che possono dare, da riuscire a lodare la preparazione degli altri partecipanti”. (Norman G. Shidle)
Un elevato numero di professionisti sul rettangolo di gioco non può essere, a priori, definito un buon team di lavoro.
Sembra un’affermazione assodata, che diamo tutti per certa, ma se dovessimo dare una risposta chiara alla domanda: cosa crea in un gruppo di professionisti la giusta dose di coesione, confidenza, chiarezza sul proprio ruolo e su quello dei propri colleghi, la risposta potrebbe non essere così scontata.
Sicuramente conoscenza e familiarità tra le persone, unite a chiarezza e importanza dei diversi ruoli a livello gerarchico- pratico- organizzativo creano l’intesa e la sincronia necessaria a tutti i collaboratori.
Quando raggiungiamo questo aspetto siamo già ad un livello molto avanzato nel tentativo di risposta alla nostra domanda iniziale; è necessario capire cosa viviamo a livello emotivo e perché. Queste sono risposte che si trovano con tempistiche a volte molto lunghe, e che partono da “lontano”.
L’aspetto motivazionale all’interno del gruppo
Sicuramente l’aspetto che possiamo ritrovare come filo conduttore per quanto riguarda i sopracitati aspetti di conoscenza, familiarità, chiarezza e importanza dei ruoli, soprattutto quando si lavora in gruppo è quello legato alla motivazione. Precisamente, come definiamo la motivazione? È un costrutto innato o appreso? E’ qualcosa di immodificabile o flessibile? E’ diverso quando affrontiamo situazioni da soli rispetto a quando lo facciamo con le altre persone?
Riello (2018) definisce la motivazione come “un processo che avvia, guida e mantiene i comportamenti mirati. Essa è tutto ciò che da scopo a un comportamento”.
Questa definizione include la possibilità di un cambiamento nella condotta osservabile di un soggetto che si dirige verso un nuovo ( o diverso) obiettivo. In base a questo, di conseguenza possiamo affermare che l’interazione con l’ambiente e le esperienze soggettive sono parte integrante e attiva delle nostre modifiche comportamentali, e di conseguenza motivazionali.
I sistemi motivazionali interpersonali
Concentrandoci noi sul lavoro in team, porremo l’accento sulla motivazione che può definirsi e modificarsi in base alla relazione con il contesto (quindi l’ambiente esterno e le relazioni con altri). A questo punto è necessario quindi parlare di Sistemi motivazionali interpersonali, definiti come i principi a base innata delle interazioni sociali (Liotti,2001). Nell’ambito sportivo ( e aziendale) , grazie alle ricerche di Sighinolfi e collaboratori (2021) si identificano sei sistemi motivazionali che si attivano quando parliamo di gruppo di lavoro, dando l’idea di quanto sia complesso trovare il giusto equilibrio con i colleghi, che, come è giusto che sia, possono avere livelli di attivazione molto diversi uno dall’altro. I sei sistemi che si attivano quando siamo in relazione con altri sono:
- Sistema di attaccamento: ricerca di vicinanza protettiva quando si percepisce senso di pericolo, sofferenza o vulnerabilità.
- Sistema di accudimento: accoglienza delle richieste di vicinanza protettiva
- Sistema competitivo (rango): sistema competitivo per il rango sociale di dominanza o subordinazione. L’obiettivo è il controllo della conflittualità all’interno del gruppo sociale.
- Sistema di cooperazione tra pari: organizzazione di comportamenti finalizzati a conseguire un obiettivo comune, con l’idea che il raggiungimento comune sia più produttivo del raggiungimento di un singolo membro.
- Sistema di affiliazione: la funzione dell’affiliazione è volta all’aumento della possibilità che il soggetto rimanga nel proprio gruppo sociale; (si ha nel soggetto un’attivazione del sistema limbico, che si attiva solo in relazione alla presenza di un conspecifico)
- Sistema del gioco sociale: ha la funzione di scoperta dell’ambiente, solitamente in piccoli gruppi. A livello evoluzionistico il gioco sociale è presente solo in quelle specie di mammiferi che hanno la capacità di fare un’articolata vita di gruppo. Si attiva in collaborazione del sistema di affiliazione (e di conseguenza del sistema limbico)
Il “team building”
Tutti questi sistemi si combinano tra loro danno vita a risposte emotive e comportamentali che definiscono poi il livello di prestazione di un team di lavoro. Sono aspetti molto complessi e flessibili. Se dovessimo pensare a come “allenare” questi sistemi la risposta più naturale che si possa ricevere è quella della creazione di team building, ovvero attività promosse per sviluppare un senso di coesione (attaccamento, affiliazione, gioco sociale) e fiducia tale da definirsi qualcosa di unico, che condivide valori (attaccamento e cooperazione) con il fine di far stare bene i membri per far funzionare meglio il team (accudimento) e riconoscersi come diversi dagli altri (competizione). Il team building in generale aumenta la motivazione personale e interpersonale verso gli obiettivi (sportivi, lavorativi o di vita) prefissati.
Le attività di team building si presentano quindi come strumento a impatto positivo non solo sui performer, ma anche sull’intera realtà sportivo aziendale che crea e consolida legami e connessioni tra i membri. Si presentano spesso come giochi ludici, così da poter dar modo di esplorare le particolarità dei singoli membri, le situazioni di difficoltà che possono stimolare il miglioramento, e i punti di forza del gruppo, tutto questo divertendo e coinvolgendo l’intero gruppo squadra.
A sostegno dell’importanza del team building citiamo le ricerche di Gonzalez e Rolman del 2010 e quella di Cox e Holloway del 2011, che sottolineano come i sistemi interpersonali possano trovare una quadra di gruppo tramite le attività di team building.
“Mettersi insieme è un inizio, rimanere assieme è un progresso, lavorare assieme porta al successo” (Ford)
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