Il Sistema di Gioco
Il sistema di gioco: uno strumento per ottimizzare le abilità dei propri giocatori
Si parte proprio dalla visione del sistema di gioco come strumento, a supporto dei coach, per utilizzare al meglio le abilità di ogni singolo atleta-calciatore.
Per sistema di gioco si intende l’occupazione dello spazio statica di una squadra, dal quale poi si svilupperanno i vari movimenti, definiti da principi di gioco concordati e comportamenti liberi di ogni singolo giocatore.
Dal calcio a 11 con i più famosi 1-4-4-2, 1-4-3-3, al calcio a 7 con i più utilizzati 1-2-3-1, 1-3-2-1 per concludere con il 1-1-2-1, 1-2-2 del calcio a 5. Numeri che vogliamo, dicano molto di più.
Nel calcio per atleti con disabilità ancora più che il contesto “normotipico”, l’osservazione e la comprensione dei giocatori, la conseguente organizzazione e decisione tattica, sono ancora più fondamentali perché permettono alle qualità calcistiche di essere performanti.
Si può avere la propria idea di calcio, di tipo propositiva o attendista, di duelli o di collaborazione, più manovrata o verticale, ma capiremo come il tutto dipenda da fattori che hanno come direzione principale i nostri atleti e il nostro successivo operato.
Il calcio a 5 e a 7 sono le tipologie di gioco che offre il contesto agonistico legato alle federazioni nazionali ed enti sportivi che sviluppano il calcio nei circuiti della disabilità (FIGC DCPS, FISDIR, FISPES, CSI). Da qui è importante lo studio del contesto, del modello prestativo specifico e quindi degli avversari.
Le caratteristiche dei giocatori 5-16
La comprensione degli atleti nell’approccio e collocazione in campo, necessita di una primaria distinzione legata all’età dove, indipendentemente dal funzionamento se medio o alto. In età di scuola calcio e basso settore giovanile (5-16), il nostro approccio dovrà essere caratterizzato dal “fare per saper fare” attraverso una direzione da parte dei coach, incentrata sull’interpretazione ed esecuzione libera da parte degli atleti nelle situazioni di gioco. Questa è la base dell’apprendimento e di una conoscenza che servirà ad una fissazione di gestualità e comportamenti specifici ed efficaci.
Il settore giovanile (16-18)
Differente invece la fascia alta del settore giovanile (16 -18) dove si lascia ancora libertà di interpretare e di agire ma iniziando ad introdurre una parte più direttiva, di struttura, riconoscendo le situazioni e fasi di gioco, ma in principi e tattiche concordate che siano ancora globali e non specifiche; servirà per l’approccio alle prime squadre (19+), più direttivo, strutturato, con uno studio e applicazione concordata in tutte le fasi del gioco (prima costruzione-transizione positiva/negativa-prima pressione) in relazione alla qualità dei giocatori stessi e all’attitudine e organizzazione degli avversari.
Da ciò, risulta ovvio come nella fascia 5-16, la sperimentazione di più ruoli e soluzioni, possono agevolare e stimolare la crescita di ogni singolo atleta e la comprensione da parte dei coach verterà sul “cosa” l’atleta ha bisogno in quel momento per accrescere il suo potenziale. Potrà essere utilizzato sia in ruoli e interpretazioni comode, perché ripropongono i punti di forza del singolo ad altre non congeniali alle sue capacità, accettando anche prestazioni negative, perché convinti e sicuri che amplieranno il suo bagaglio di competenze, attraverso quindi, uno stressor.
Discorso che continua in parte anche nella fascia alta del settore giovanile (16-18), iniziando però a richiedere delle interpretazioni specifiche integrate nelle fasi di gioco; ancora importante lo stimolo dato dallo stressor e il riconoscimento delle situazioni nonostante l’interpretazione libera del giocatore. In questo periodo sarà quindi fondamentale comprendere la consapevolezza del giocatore nelle situazioni di gioco, analizzando il suo atteggiamento risolutivo.
L’età senior
Nelle età senior il focus sarà sul modello prestativo nella pianificazione di tutte le fasi del gioco, organizzando gli atleti secondo le loro potenzialità, nei ruoli e atteggiamenti più consoni, richiedendo la prestazione legata al risultato. Come ci comportiamo quando abbiamo la palla e come quando dobbiamo riconquistarla? Come costruiamo e come difendiamo in fase di costruzione del gioco? Occupiamo lo spazio in modo alto, equilibrato o basso?
In questa fase agonistica, l’individuazione delle abilità dei nostri atleti risulta fondamentale: in cosa riescono meglio? Come affrontano le situazioni? Sono più propensi ad una fase rispetto ad un’altra? In quale zona di campo sono più efficaci?
Sono domande che devono stimolare l’operato e il lavoro dei coach i quali, in tutte le età, dovranno ricercare nell’atleta la sua specificità tecnico-tattica in base alla funzionalità dell’atleta; nelle medie funzionalità potrebbe essere unica e quindi dovrà essere riconosciuta, valorizzata e organizzata dal team, affinché sia performante. Negli atleti di alta funzionalità le specificità potrebbero essere multiple, e quindi i coach dovranno comprendere l’attitudine dell’atleta nelle varie situazioni di gioco e in quali zone di campo ed esecuzioni e letture riesce ad essere più efficace e sicuro.
Riconosciuti i nostri giocatori, sarà compito dei coach comprendere l’equilibrio (la forma) che la squadra assume, nel mix di abilità dei singoli: è una rosa rapida o lenta? coraggiosa o timida? di duelli o di reparto? ha delle individualità talentuose sulle quali incentrare il gioco? più propensa ad una fase offensiva alta e di riattacco immediato, o bassa, di attesa e rimesse immediate?
Le qualità dei nostri atleti, integrate alla “forma” che ne deriva della squadra, offrono una direzione nella quale i coach dovranno concordare il sistema di gioco e l’approccio alla gara da proporre.
L’idea del sistema di gioco
L’idea caratterizzata dall’approccio in gara dipende dalla rosa che abbiamo a disposizione, indipendentemente dal sistema di gioco di partenza, bisogna capire con quanti giocatori voglio attaccare e con quanti voglio difendere; in fase difensiva voglio attuare una compattezza con un copro-porta oppure andare sui duelli, magari supportato da un libero? Oppure in fase offensiva preferisco una soluzione rapida e verticale sui vertici offensivi oppure un’azione manovrata, sugli esterni o il centro del campo, per giungere in fase di rifinitura? Utilizzo delle preventive? Difendo subito o attendo?
Le risposte a tutte queste domande (e altre) vanno a definire un sistema di gioco, inteso come approccio e successiva organizzazione spaziale dei giocatori.
L’allenamento
L’ultimo tema è come allenare un sistema di gioco che non può essere recluso nell’apprendimento di singole gestualità ma in esercitazioni globali che mirino a riproporre lo sviluppo delle fasi di gioco (prima costruzione-prima pressione-transizione positiva-transizione negativa). SI possono proporre esercitazioni in parità numerica o piccola superiorità, rispettando i numeri della tipologia di calcio (a 5 o a 7) proponendo la situazione a campo intero oppure solo di alcune zone di azione (costruzione-sviluppo/sviluppo-rifinitura).
A questo si aggiunge anche il tempo che ci separa dalla gara, il quale condiziona le proposte in base a ciò che ancora deve essere consolidato e in quali modalità, dal tanto tempo al poco rispetto alla gara, che detterà le proposte in base ad una maggiore e minore direttività e specificità.
C’è una citazione, a me molto cara: “Nella partita che l’allenatore ha l’obbligo di immaginare, egli può scegliere se dare il pallone all’avversario o alla sua squadra. Tra una decisione e l’altra esiste una distanza grande almeno quanto quella tra la paura e la speranza.” (Jorge Valdano)
Dallo spunto di Valdano, definiamo l’importanza dell’approccio che proponiamo nei nostri atleti, il quale dovrà rispettare gli stessi, nelle loro qualità e abilità messe al servizio della squadra nel percorso che mira al raggiungimento di un obiettivo.
Le domande, come le tante poste in questa argomentazione, saranno sempre tante e sono proprio queste che rendono il nostro lavoro stimolante e mai scontato appunto perché “non è solo una questione di numeri”. le risposte alle tante domande, in fase di valutazione e identificazione di un sistema di gioco, risiedono proprio nei nostri atleti e il nostro operato come coach, dovrà avere il dovere di valorizzare le qualità dei veri protagonisti del gioco, ponendoli nelle condizioni migliori affinché tutto ciò avvenga.
Angelo D’Ignazio – Supervisore e Coach Sportivo Insuperabili