Ricerca&Sviluppo, perché è così importante
Il termine Ricerca&Sviluppo ha un certo fascino. Va ammesso. Però spaventa un po’ perché ci sembra qualcosa di più grande. E poi è davvero così necessario? E soprattutto serve a una società sportiva? Proviamo a rispondere andando con ordine e anche spiegando perché Insuperabili ha un settore di Ricerca&Sviluppo.
Che cos’è la Ricerca & Sviluppo?
Per fortuna ci ha pensato l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) a definire a livello europeo che cosa sia la Ricerca e lo Sviluppo. Lo fa nel cosiddetto “Manuale di Frascati” facilmente reperibile in rete.
Al punto 2.5 ci dice che “la ricerca e lo sviluppo sperimentale comprendono lavori creativi e sistematici intrapresi per aumetare il patrimonio delle conoscenze, comprese quelle relative all’umanità, alla cultura e alla società, e per concepire nuove applicazioni delle conoscenze disponibili”.
Tradotto in modo semplice significa che la Ricerca e Sviluppo serve per migliorarci e anche per migliorare il mondo. Ma va fatta con metodo.
Per capire meglio il metodo approfondiamo di più. Sempre secondo l’OCSE essa è composta da tre elementi: ricerca di base, ricerca applicata, sviluppo sperimentale.
La ricerca di base si fa per accrescere la base della conoscenza. È universale, perché lavora sui fondamenti e
quindi ogni passo avanti prima o poi serve. Come dico spesso, il problema è che potrebbe aver aumentato la base della conoscenza, ma è una base dove tu non stai poggiando i piedi
La ricerca applicata invece amplia le conoscenze, ma per quello che ti serve immediatamente. Quindi è decisamente utile ma non universale. Inoltre, ha bisogno della ricerca di base, perché non basta volere qualcosa per trovarlo!
Lo sviluppo sperimentale è un lavoro sistematico che parte dalla ricerca e dalla pratica, per produrre un nuovo prodotto o servizio o processo.
In tutti e tre i casi si “ricerca” il miglioramento. Quindi la differenza non è la quantità di ricerca ma il prodotto finale.
C’è ricerca (accademica) e ricerca (e sviluppo)
Da quanto emerso capiamo che la differenza tra ricerca accademica e ricerca e sviluppo è l’andare oltre la ricerca di base che è propria della ricerca accademica e non aver paura di farsi guidare da un bisogno pratico e temporaneo.
Se infatti vogliamo il miglioramento partiamo proprio dall’analisi dei bisogni. A volte è un problema che abbiamo, a volte è un problema che ci viene posto.
Nel caso del mondo sportivo il problema può essere di allenamento: quale esercizio mi renderà più prestante? Oppure di organizzazione: quale modalità è migliore per la gestione delle iscrizioni?
A questo punto si potrebbe pensare che la ricerca e sviluppo sia un problem solving. No, è molto di più, perché è essenzialmente 3 cose:
- Problem setting. A differenza del più conosciuto problem solving, il problem setting si pone dei problemi per crescere. Non si accontenta di dove si trova, ma punta al miglioramento. Non si tratta di crescita continua, ma di ricerca continua, perché a volte la ricerca ci fa capire che dobbiamo smettere qualcosa.
- Prassi riflessa. Alla base della Ricerca&Sviluppo c’è il fermarsi a riflettere su ciò che si fa. Una riflessione però scritta e condivisa. Solo così permette di migliorare le prassi stesse.
- Pensiero praticato. È l’altra faccia della medaglia di sopra, si tratta di continuamente mettere in pratica le intuizioni che si sono pensate. In questo modo ci sarà un miglioramento.
4 ingredienti e 5 criteri
Secondo l’OCSE sono 5 i criteri per definire un’attività di Ricerca&Sviluppo. I criteri ci dicono come deve essere la Ricerca e sviluppo.
- Nuova. Sembra banale, ma deve portare novità. Non è necessario cambiar tutto, è importante portare una novità nel tutto.
- Creativa. Che differenza c’è tra nuovo e creativo? Il primo riguarda l’ambito e il prodotto finale, il secondo il processo. Per dirla con l’OCSE, deve “basarsi su concetti e ipotesi originali, non ovvi”.
- Incerta. In un tempo di iperprestazioni sembra assurdo mettere come criterio l’incertezza. Eppure, la vera ricerca chiede che si “ricerchi” nell’ignoto. L’ignoto non è solo il risultato, ma anche le componenti (costi, tempi…). Questo criterio ci dice che c’è sempre un rischio e se non c’è rischio non è vera ricerca.
- Sistematica. Ci dice che è registrato sia il prodotto finale che il processo e che si può accedere a tutti i passaggi effettuati per entrambi.
- Trasferibile e/o riproducibile. È la base della condivisione responsabile: i risultati non possono essere tacciati, neanche quando sono negativi.
Secondo le prassi comuni sono invece 4 gli ingredienti specifici. Le prassi ci dicono che cosa fa una ricerca.
- Ricerche. L’azione base. Non il semplice aggiornamento o studio, ma la messa in gioco per dire che noi cerchiamo di rispondere a quell’esigenza lì in un determinato tempo.
- Sperimentazioni. Il nesso fondamentale oltre la ricerca di base. La ricaduta sul campo. Ogni sperimentazione va rendicontata in modo da diventare dato da analizzare nei passi successivi.
- Pubblicazioni. La necessità per chiudere la ricerca e la condivisione dei dati. Le pubblicazioni costanti, anche al di fuori degli esiti di una ricerca, ci allenano a produrre pensiero fondamentale per il confronto e per l’avvio di nuove ricerche.
- Archivio. Fondamentale per non cominciare sempre da capo. Fondamentale per accogliere nuove persone nel gruppo. Fondamentale per continuare a crescere. In poche parole… fondamentale.
La cosa rossa!
Esistono delle sigle per la Ricerca&Sviluppo.
In italiano la sigla è R&S. In inglese è R&D (Research&Devolopment)
La RED RES. La Cosa Rossa.
RES significa cosa. Ma anche realtà. E per gli antichi Romani era il “bene” al centro del diritto civile.
La R&S quindi riguarda tutta la realtà, le cose più comuni e cerca il miglioramento perché cerca il nostro bene.
RED è il colore della passione, dell’attenzione.
La R&D richiede passione per l’attenzione, perché solo così si può migliorare.
Per questo Insuperabili ha un settore di Ricerca&Sviluppo. Perché giocando, andiamo oltre, puntando a un miglioramento nostro, dei nostri atleti e anche della società stessa.
Avere un settore di Ricerca&Sviluppo può sembrare una perdita di tempo. Ma una perdita minore rispetto a quando si continua a fare senza pensare a quello che si fa. E con uno svantaggio in più.
Se fai e non pensi, perdi tempo in diversi aspetti. E quel tempo è perso del tutto. E hai anche una perdita economica.
Se fai e ricerchi, perdi tempo, perché serve tempo. Ma quel tempo è guadagnato in futuri migliori. E così non è più una perdita di tempo, ma investimento.
Non a caso la R&S è stata studiata dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e… lo Sviluppo Economico.
Gigi Cotichella
Foto di Freepick