Vogliamo misurare lo sviluppo?!
Misurare lo sviluppo. Quasi un obbligo a fine anno sociale. Perché la verifica non è un optional dello sviluppo stesso, ma una necessità per crescere.
Quando abbiamo iniziato quest’avventura degli articoli settimanali ci eravamo soffermati sul perché Insuperabili avesse un R&D, cioè un settore di ricerca e sviluppo.
Avevamo visto i 5 criteri (novità, creatività, incertezza, sistematicità, trasferibilità) e le 4 prassi (ricerche. sperimentazioni, pubblicazioni, archivio). Avevamo detto anche delle tre identità del R&D:
- Problem setting. A differenza del più conosciuto problem solving, il problem setting si pone dei problemi per crescere. Non si accontenta di dove si trova, ma punta al miglioramento. Non si tratta di crescita continua, ma di ricerca continua, perché a volte la ricerca ci fa capire che dobbiamo smettere qualcosa.
- Prassi riflessa. Alla base della Ricerca&Sviluppo c’è il fermarsi a riflettere su ciò che si fa. Una riflessione però scritta e condivisa. Solo così permette di migliorare le prassi stesse.
- Pensiero praticato. È l’altra faccia della medaglia di sopra, si tratta di continuamente mettere in pratica le intuizioni che si sono pensate. In questo modo ci sarà un miglioramento.
Questo appuntamento del venerdì è stato ovviamente la prassi riflessa. Una parte centrale tra il porsi dei problemi per migliorare, stimolando così la ricerca di nuove strade, e l’attuazione di quanto emerso del pensiero.
Fermarsi. Pensare. Obbligarsi a scrivere.
Scrivere è così importante? Sì, per te.
Scrivere è un sostegno al pensiero e anche un suo ordinatore. Quando pensiamo, pensiamo a rete di collegamento, disperdendoci spesso di qua e di là. Quando esponiamo invece, dobbiamo essere lineari, coerenti. Altrimenti non veniamo capiti. Scrivere permette di fare questo, prima di tutto a noi stessi.
Spesso, infatti, i metodi di scrittura creativa lavorano sul doppio binario di creatività e controllo. Uno schema potrebbe essere questo:
- Butta giù. Metti i macro mondi. Fai una scaletta anche disordinata, dei vari punti che vuoi toccare.
- Amplia i mondi. Sia come numero (cioè aggiungi altro), ma soprattutto come area. Vai a leggere qualche libro, articolo,
- Collega i mondi. Per ordinare l’esposizione è bene pensare alle connessioni. Quando le fai scrivi perché da un mondo passi all’altro, ti aiuterà a unire i diversi blocchi.
- Scrivi. Anche di getto. Anche nel caso della ricerca va bene. Se scrivi su un argomento, ne sai, quindi buttati.
- Correggi le bozze. Quando è scritto puoi correggere. Ma non farlo subito. Ci va un attimo di tempo. Devi lasciar decantare. Tieni conto che in editoria è un’altra persona che fa le correzioni!
Come vedi il processo ti porta dall’intuizione alla pronunciazione di una tesi. E quando l’hai scritto il miracolo: è lì per sempre. Da lì puoi ripartire ogni volta che ti servirà.
Scrivere è così importante? Sì, per gli altri.
Nella ricerca non si scrive per se stessi. Si scrive per confrontarsi. Si può esporre ogni tesi, supportata ovviamente da appunti. Sarà la reputazione del tuo fare e il confronto con il resto del mondo che la approverà.
Se hai una buona prassi, scriverla ti darà la possibilità dei feedback per essere riconosciuto o per poterti migliorare.
Se vuoi una buona prassi, scriverne la teoria, farà capire nel confronto con gli altri, che cosa è buono e che cosa va cambiato per arrivare a una buona teoria.
E non aver paura del confronto. L’altro dovrà argomentare le sue controtesi. E tu risponderai agli argomenti. È come nel calcio: l’intervento si deve fare sulla palla, non sul calciatore. Certo a volte succede qualche errore… ma si paga!
Quindi, parola d’ordine è confrontarsi. Questo è anche un ottimo metodo per misurare lo sviluppo. D’altronde, in campo di ricerca, non si parla di scrivere articoli, ma di “pubblicazioni”, quello che conta cioè, è rendere pubblico.
Misurare lo sviluppo con degli articoli?
L’abbiamo fatto. Spesso avendo qualcosa da ridire sugli articoli (sviluppo non allineato) oppure capendo che abbiamo tesori in casa che non conoscevamo (sviluppo non condiviso) oppure vedendo che parliamo troppo di un argomento (sviluppo non proattivo). Anche da dei semplici articoli possiamo vedere come cresce un ente, come possiamo vederlo da quanto sono stati letti, usati, discussi. Sicuramente ci vanno altri ulteriori strumenti di controllo e di analisi (questionari, coinvolgimento, aumento delle firme…), ma il primo passo è sempre scrivere.
Noi abbiamo iniziato a farlo e ne siamo orgogliosi. Un orgoglio che continuerà anche la stagione prossima, con tante novità.
Grazie di cuore per l’attenzione che ci avete dato e grazie se vorrete inviarci idee e suggerimenti.
Gigi Cotichella
Manager Area Formazione e Co-Manager Area R&D Insuperabili